Ente ospedaliero San Giovani Bosco. |
Sembrerebbero manovre studiate apposta per destabilizzare e sopprimere il presidio ospedaliero della zona alta di Napoli, forse non basta sospendere il medico e i tre infermieri che si trovavano in servizio al San Giovanni Bosco di Napoli tra il 9 e il 10 novembre, a questo punto sarebbe addirittura legittimo sospettare che il tutto faccia capo a un disegno e un progetto per arrivare a chiudere definitivamente l’importante ospedale, strategico per la sua posizione.
Il sospetto che tutto il personale di turno sia venuto meno alle proprie responsabilità professionali e che anche la direzione abbia voltato lo sguardo dall’altra parte facendo finta di non vedere si presta a suscitare forti dubbi in merito, anche la dichiarazione di Mario Forlenza, direttore generale dell’Asl Napoli 1. mostra dubbi in merito alla totale omissione e superficialità nella vigilanza delle condizioni igieniche sanitarie che obbligatoriamente ai ricoverati devono essere garantiti diritti del malato, come si legge sul Mattino di Napoli.
È stato giusto sospendere il personale di turno come esempio, ma è ancora più importante la ricerca e la causa dell’inerzia dimostrata negli altri casi che l’hanno portato alla ribalta e che sono passati sotto banco incuranti del rispetto che si deve ai ricoverati presenti e che chiedono rispetto per la loro posizione, lo sceriffo lo dicesse apertamente se ha intenzione di chiude il San Giovanni e potenziare qualche altra struttura usando per questo il forte bacino di utenza come caprio espiatorio.
L’assoluta mancanza di rispetto per i pazienti ricoverati evidenzia il fallimento di quella Sanità che dovrebbe garantire i servizi e l’assistenza necessaria a chiunque ricorre alle cure dei sanitari che operano nell’antica struttura partenopea e non essere bistrattati e trattati con noncuranza, rientra nei doveri del Governatore campano vigilare affinché non si verifichino aneddoti spiacevoli come questo che portano a pensare che ci sia qualche fine nascosto dove a rimetterci è sempre il popolo.
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