venerdì 28 settembre 2018

Napoli, per l’Inps risultava in malattia, in realtà fu beccato a giocare a pallone.

Dipendente pubblico dell’Eav per questa ragione fu licenziato, il furbetto ricorse in giudizio e il giudice gli ha dato ragione condannando l’Ente al risarcimento e al reintegro.

Sembrerebbe proprio un caso di anomalia giuridica, il soggetto ricorrente, fini sotto processo di licenziamento per essere stato sorpreso a giocare a calcio e a fare la spesa nel supermercato nonostante il medico gli avesse prescritto il riposo assoluto avendo lo stesso lamentato una forte cefalea che secondo il sanitario necessitava di assoluto riposo, quando fu scoperto il suo gioco illecito, per un senso di rispetto sociale l’Azienda lo licenziò in troco.

Il dipendente infedele, ricorse alla giustizia ordinaria ritenendo il licenziamento ingiusto, ma il giudice pur riconoscendogli la slealtà verso l’Ente ha ritenuto illegittimo il licenziamento condannando l’Eav a pagare l’anno di mancato stipendio al soggetto giudicato, il giudice ha ritenuto giusto applicare il regio decreto numero 148 del 1931 che contempla la 'simulazione di malattia' come comportamento sleale ma che non prevede la fine del rapporto di lavoro, come riportato dal Mattino di Napoli.

Da parte sua l'Eav attraverso il suo Ad fa sapere che impugnerà la sentenza del reintegro del dipendente infedele in quanto, la sentenza che obbligherebbe l’Eav a reintegrare il furbetto non farebbe altro che alimentare la piaga dell’assenteismo sfruttando l’impunità nei tribunali e metterebbe le aziende a disposizione dei famosi furbetti che altro non sono che veri truffatori.
    

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