Alle ore 12:00, la pressione diretta dei rubinetti non permette nemmeno la risalita spontanea fino in piani rialzati, dal primo piano in poi, nemmeno a sperarci.
Acquedotti Scpa, è la società che fa da padrona sull’intero territorio cittadino, le tante famiglie che formano la cittadinanza, pagano regolarmente i canoni richiesti tramite i ruoli mensili per la fornitura del prezioso liquido, fornitura che dovrebbe assicurare l’erogazione anche ai piani più alti, invece la realtà è che se i residenti non avessero provveduto a loro spese all’istallazione di impianti di autoclave per l’approvvigionamento e la normale risalita, non potrebbero nemmeno cucinare.
Infatti, i tanti utenti che per ragioni di spazio, o condominiali sono stati costretti a posizionare cisterne e motori sul balconi privati, ricevono acqua solo di notte e in qualche caso per evitare che si bruciassero i motori di lavatrici e lavastoviglie, sono costretti al alzarsi di notte e fare la veglia agli elettrodomestici mentre sono in funzione, tutto ciò e fuori delle logiche umane, i canoni richiesti da Acquedotti Scpa, in rapporto al servizio reso, risultano essere molto esosi pure se sono onorati normalmente dai cittadini.
A sua discolpa l’Ente erogatore, agita la vetustà della rete idrica comunale presa in carico che non permetterebbe un eventuale aumento della pressione nelle condotte senza scoppiare, ma a rigor di logica, se di notte la pressione raggiunge anche le due atmosfere, perche la stessa pressione non potrebbe diventare di normale esercizio con l’aiuto dei riduttori di pressione che la stabilizzerebbe a tale forza assicurando la fornitura che rientrerebbe nei doveri dell’Ente e rispetterebbe i diritti degli utenti.
La verità potrebbe anche essere quella che i cittadini, anche se ignoranti in materia, sospettano, e cioè, che Acquedotti Scpa riducendo la pressione a proprio piacimento riduce la fornitura idrica ai cittadini del 50%, per cui, se acquista la metà del liquido necessario riduce i costi di gestione in proporzione, ma non per questo riduce i canoni agli utenti che sono costretti a sobbarcarsi anche dei costi degli autoclavi, dell’energia elettrica per il loro funzionamento, oltre ai costi della normale manutenzione, mentre i benefici della situazione sarebbero solamente per le casse di Acquedotti SCPA.
Acquedotti Scpa, è la società che fa da padrona sull’intero territorio cittadino, le tante famiglie che formano la cittadinanza, pagano regolarmente i canoni richiesti tramite i ruoli mensili per la fornitura del prezioso liquido, fornitura che dovrebbe assicurare l’erogazione anche ai piani più alti, invece la realtà è che se i residenti non avessero provveduto a loro spese all’istallazione di impianti di autoclave per l’approvvigionamento e la normale risalita, non potrebbero nemmeno cucinare.
Infatti, i tanti utenti che per ragioni di spazio, o condominiali sono stati costretti a posizionare cisterne e motori sul balconi privati, ricevono acqua solo di notte e in qualche caso per evitare che si bruciassero i motori di lavatrici e lavastoviglie, sono costretti al alzarsi di notte e fare la veglia agli elettrodomestici mentre sono in funzione, tutto ciò e fuori delle logiche umane, i canoni richiesti da Acquedotti Scpa, in rapporto al servizio reso, risultano essere molto esosi pure se sono onorati normalmente dai cittadini.
A sua discolpa l’Ente erogatore, agita la vetustà della rete idrica comunale presa in carico che non permetterebbe un eventuale aumento della pressione nelle condotte senza scoppiare, ma a rigor di logica, se di notte la pressione raggiunge anche le due atmosfere, perche la stessa pressione non potrebbe diventare di normale esercizio con l’aiuto dei riduttori di pressione che la stabilizzerebbe a tale forza assicurando la fornitura che rientrerebbe nei doveri dell’Ente e rispetterebbe i diritti degli utenti.
La verità potrebbe anche essere quella che i cittadini, anche se ignoranti in materia, sospettano, e cioè, che Acquedotti Scpa riducendo la pressione a proprio piacimento riduce la fornitura idrica ai cittadini del 50%, per cui, se acquista la metà del liquido necessario riduce i costi di gestione in proporzione, ma non per questo riduce i canoni agli utenti che sono costretti a sobbarcarsi anche dei costi degli autoclavi, dell’energia elettrica per il loro funzionamento, oltre ai costi della normale manutenzione, mentre i benefici della situazione sarebbero solamente per le casse di Acquedotti SCPA.
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