venerdì 6 gennaio 2017

Sanità, vaccino terapeutico per debellare il tumore al seno, in 13 pazienti la malattia è scomparsa.

Nella lotta contro il tumore al seno, il vaccino aiuta le difese del sistema immunitario, ottenuta la vittoria su 13 pazienti trattate, il male è stato annientato.

La bellissima notizia che farà felici tantissime donne, affette o sane, è stata pubblicata sulle pagine del quotidiano ANSA, tumore al seno sconfitto dal vaccino terapeutico, una nuova arma che i ricercatori hanno messo a disposizione dei sanitari che da anni si battono contro il cancro al seno che colpisce buona parte di donne quasi in tutte le fasce di età, da oggi si aprono le porte della speranza di guarigione totale e senza intervenire chirurgicamente.

Passi giganteschi sono stati compiuti negli ultimi anni nella guerra contro il tumore al seno, ma il nuovo ritrovato che ha ridato il sorriso alle tredici donne trattate con il vaccino senz’altro costituisce un risultato sicuro indolore ed efficace, il vaccino stimola le difese immunitarie e prende di mira la proteina HER2 sulle cellule del cancro alla mammella, portando così alla regressione della malattia, vittoria netta ottenuta su un gruppo di 13 pazienti su 54 sottoposte alla sperimentazione.

I ricercatori del Moffitt Cancer Center hanno sviluppato un vaccino che aiuta il sistema immunitario a riconoscere e prendere di mira le cellule tumorali, per prepararlo hanno isolato le cellule immunitarie dendritiche dal sangue di ogni paziente e le hanno esposte a frammenti della proteina HER2, per determinare se il vaccino fosse sicuro ed efficace, hanno eseguito uno studio su 54 donne che avevano cancro al seno di questo tipo in stadio precoce.

Alle pazienti è stata iniettata una dose di vaccino personalizzato una volta alla settimana per 6 settimane in un linfonodo, sul tumore stesso o in entrambi i siti, dai risultati, pubblicati sulla rivista Clinical Cancer Research, è emerso che il vaccino era ben tollerato e la tossicità bassa; gli eventi avversi più comuni sono stati affaticamento e brividi. Circa l'80% delle pazienti valutabili ha avuto una risposta immunitaria positiva.

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