martedì 20 settembre 2016

Napoli, i comitati flegrei a difesa dell’ambiente hanno denunciato De Luca e de Magistris.



Segni dello straripamento dell'Alveo del 2012.
Disastro ambientale, è questa l’accusa mossa dagli ambientalisti della zona flegrea nei           confronti del sindaco Metropolitano e del presidente della Regione De Luca.

Sotto accusa gli sversamenti illegali direttamente nel mare sia del collettore borbonico in via Napoli a Pozzuoli che gli scarichi abusivi dell’Alveo dei Camaldoli che immettono le acque luride direttamente a mare, la denuncia delle associazioni ambientaliste della zona è arrivata direttamente sul tavolo del procuratore della Repubblica denunciando l’omesso controllo sugli sversamenti in oggetto che oltre a compromettere la balneabilità del litorale flegreo compromettono la salubrità delle acque marine compromettendo la vita nel mare.

Martedì 13 settembre è stata depositata una denuncia-querela alla Procura della Repubblica contro il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e contro il sindaco di Napoli, nella qualità di Sindaco Metropolitano, l’accusa è di disastro ambientale dovuto ai mancati interventi riferiti agli sversamenti a mare tante volte denunciati e per i quali mai si è visto l’interessamento degli organi preposti con la costante compromissione della stabilità sul piano igienico-sanitario diventato precario e pericoloso per la salute dei cittadini.

La denuncia-querela è stata firmata dal Presidente del Co.As., Ciro Di Francia; dai Presidenti delle Associazioni aderenti, nelle persone di Lucia De Cicco (Eco della Fascia Costiera); Vincenzo Russo (Rinascita Campi Flegrei); Mariarosaria Luongo (Circolo Legambiente “Quartum”); Cristina Canoro (Circolo Legambiente Pozzuoli-Campi Flegrei); Giovanna Di Francia (Acli Dicearchia Pozzuoli); Antonio Lavagna (Villaricca Nuova Borgosano).

Adesso si spera che la denuncia querela, faccia l’effetto desiderato dalle associazioni, e che queste ricevano un minimo di soddisfazione per il lavoro che svolgono al fine di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini mediante un adeguato e necessario risanamento dei ricettori di batteri infestanti e inquinanti delle nostre acque marine, come si legge sul Corriere del Mezzogiorno, nel 2012 l'alveo dei Camaldoli a circa cinquecento metri dallo sbocco, per la mancanza della pulizia, ruppe l'argine e inondò la valle sottostante procuranda danni enormi agli abitanti mettendo in serio rischio la loro sicurezza .

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