venerdì 6 maggio 2016

Parcheggiatori abusivi, o estorsori autorizzati, la piaga giornaliera del parcheggio.

Dal business del parcheggio abusivo le mafie incassano introiti favolosi, niente rischi dato lo scarso controllo, niente contributi, niente tasse, tutto liscio e spesato, ed io pago.

Le previsioni al ribasso indicano che mensilmente dalla città di Napoli la camorra incassa almeno due milioni di euro, pari a ventiquattro milioni l’anno, nessun costo di produzione, costo della manovalanza impiegata una zuppa di fagioli, costi di ammortamento zero, incassi esentasse che vanno a impinguare le casse mafiose, una macchina stampasoldi senza costi aggiuntivi, dove la gestione sarebbe sola della camorra che ne detiene il controllo.

In ogni strada dove si pratica il parcheggio abusivo, l’egemonia sarebbe al clan che domina nella zona il quale affiderebbe la riscossione del non servizio a un capozona che dirigerebbe alcuni manovali, fa rabbia dover pagare per un servizio inesistente, una vera e propria estorsione praticata con lo spauracchio del danno che potrebbero praticare alla propria auto o addirittura farla sparire con la complicità di ladruncoli prezzolati nel caso di un solenne rifiuto a pagare il non dovuto.

Considerando che i pochi spiccioli elargiti sotto l’ombra dell’estorsione, uniti ai tanti spiccioli pagati dalle tante vittime della delinquenza nascosta sotto il pretesto del parcheggio abusivo, diventano un fiume di denaro che andrebbe a finire direttamente nelle casse camorristiche oleando l’ingranaggio dei traffici illeciti, in genere il pseudo parcheggiatore si presenta solo per riscuotere non sapendo nemmeno se chi paga è il proprietario dell’auto oppure il ladro che se la sta portando via.

Per contrastare questo mercato illegale e redditizio cosa fanno gli uomini in divisa, poco o niente, chi glielo vieta? Le leggi che sono troppo permissive, si presume che la manovalanza impiegata sia composta di nullatenenti che se ne fregano delle sanzioni e delle denunce che ricevono quando gli agenti sono costretti alla contestazione, ma se all’uopo fosse istituito un albo che riportasse i nomi di tutti quelli che hanno pendenze con lo Stato obbligando alla consultazione tutti i commercianti, vietando di vendere loro un prodotto come, televisori, auto, motorini o biciclette senza prima saldare i loro debiti, forse il fenomeno subirebbe una contrazione volontaria.

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