giovedì 5 maggio 2016

Caserta, non trova pace il territorio di terra di lavoro, ancora arresti di camorra.


Per infiltrazioni camorristiche nel comune di Grazzanise, è stato arrestato anche l'ex sindaco, complessivamente sei persone in carcere e due ai domiciliari.

Sotto accusa la gara d'appalto per il collettore fognario, secondo l’accusa, fu truccata per favorire le imprese vicine al clan dei Casalesi, è questo l'impianto accusatorio che questa notte ha fatto scattare un altro blitz anticamorra nel Casertano, a finire nell’occhio del ciclone l'ex sindaco Enrico Parente, l'attuale dirigente dell'ufficio tecnico comunale di Grazzanise e, ancora, l'imprenditore Alessandro Zagaria, già in carcere per la vicenda di Santa Maria Capua Vetere.

Oltre a Parente, Zagaria e a Maurizio Francesco Malena, responsabile dell'Utc (ai domiciliari), in carcere sono finite altre due persone mentre una sesta è ai domiciliari, le indagini della Dda (sostituto Alessandro D'Alessio) hanno analizzato il biennio 2008-2009, ipotizzando a carico degli indagati i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, intestazione fittizia di beni e reati in materia di armi, tutti con l’aggravante camorristica.

Secondo quanto appurato dalle indagini della Dda di Napoli, un appalto da tre milioni di euro, relativo all'impianto fognario tra i Comuni di Grazzanise e Cancello Arnone, sarebbe stato pilotato a favore della ditta di Nicola e Francesco Madonna, parenti di Alessandro Zagaria. L'inchiesta ha preso le mosse da un attentato subito dall'ex sindaco Parente, il quale è già stato condannato in primo grado per il favoreggiamento della latitanza di Michele Zagaria. I due Madonna sono considerati vicini al boss Nicola Schiavone e al ras Roberto Vargas.
 

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