giovedì 19 maggio 2016

Caserta, le mani sulla città, non basta più, adesso le mani sulla Provincia.

L’Inquinamento camorristico nella Provincia di Caserta avrebbe dimostrato che non c’è un ente o un’azienda che non subisce l’influenza malefica della camorra.

La definizione “Clan dei Casalesi” sembra ormai fuori posto, sorpassata, obsoleta, adesso è necessario definirlo “Il clan del Casertano” è talmente diffusa la cultura camorristica che ormai avrebbe varcato i confini della vecchia residenza estendendo i tentacoli sull’intera provincia casertana, lo dimostrano le notizie di cronaca che i quotidiani pubblicano ogni giorno, notizie che attestano che non c’è una zona casertana che non subisca maleficamente l’influenza della camorra.

La politica sarebbe gestita dalla camorra, come pure l’imprenditoria, sarebbe gestita dalla camorra, tutto ciò che produce reddito, sindaci, assessori, consiglieri e perfino gli uscieri sarebbero collocati sulle poltrone per volere camorristico, uno Stato, nello Stato, ma il vero Stato dov’è, i governanti pensano erroneamente di buttare la polvere negli occhi dei cittadini inviando l’esercito senza grandi poteri e risolvere in questo modo timori, paure, e sottomissioni al potere occulto, ma scherziamo?

Senza la volontà governativa di creare sviluppo e lavoro non si riuscirà mai a strappare il potere dalle mani delle cosche, o a strappare i giovani dal reclutamento nelle file dell’illecito, ci vuole il vero lavoro per il giovane per farlo desistere dall’intraprendere strade sbagliate che adesso sono le sole che gli assicurano un’entrata finanziaria anche se illecita, rischiosa e distruttiva sia per la morale, sia per la propria stessa vita che li fa diventare carne da macello, tanto da ammazzarsi tra di loro per pochi spiccioli.

Forse, non è colpa di Renzi o di Alfano perché questi signori sono nati politici, e la vita ci ha insegnato che il sazio non crede a chi ha fame, ma sarebbe necessario imparare a votare, votare chi è stato operaio e che adesso dirige parte della politica, votare chi si pone al fianco degli operai e si batte per loro, votare chi ritiene giusto guadagnare uno stipendio equo aiutando piccoli imprenditori in difficoltà a risalire la china con il sur plus, come solo il MoVimento Cinque Stelle sa fare, e sta facendo.

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