giovedì 31 marzo 2016

Qualiano, il Consiglio Comunale discute, chiarisce e approva in modo molto democratico.



I lavori del C. C. si sono svolti all’insegna delle cooperazione costruttiva con pacatezza e toni bassi come mai fino ad ora, nel rispetto del pubblico intervenuto.

Sono stati approvati tutti gli otto articoli presentati sia dalla maggioranza, sia dall’opposizione, ampio consenso ottenuto dall’art. n° 2, il baratto amministrativo, esso prevede la possibilità per i debitori di tributi verso le casse comunali al di sotto di un dato reddito ISEE, di poter pareggiare i conti eseguendo piccoli lavori o distribuendo servizi su richiesta di parte previa valutazione e approvazione da parte degli organi comunali, il regolamento è ancora oggetto di verifica tecnica.

Art. n° tre. Il Presidente della terza commissione, consigliere L. Margiore, che già in passato aveva denunciato all’Assise l’irriverente comportamento dei membri per latitanza assidua, ha presentato le dimissioni dalla carica, da vari componenti, maggioranza e opposizione, ne è stato chiesto il ritiro con la promessa di una più assidua partecipazione alle discussioni e valutazione dei problemi che gli vengono posti, Dimissioni ritirate nel corso dei lavori con soddisfazione dello stesso consigliere Presidente.

Art. 4, sosta a pagamento, sia la maggioranza, sia l’opposizione sono stati concordi nel ritenerla utile e proseguire con il piano parcheggi, gli ultimi avvenimenti in merito hanno visto l’abbandono della soc. DBL che ha aperto un contenzioso con il comune di Qualiano in merito ai circa 250 stalli in meno risultati in strada a fronte di quelli appaltati, lasciando nella fase di stallo, la gestione della sosta alla soc. PiParkng, questione che ha fatto alzare la voce al consigliere G. Palma che ha proposto di addebitare al comandane dei VV.UU. dott. A. D’Onofrio e l’Ing. S. Costantino, il soddisfo del contenzioso ritenendoli diretti responsabili in solido del macroscopico errore progettuale che avrebbe indotto l’Amministrazione in errore.

Nel merito, a parere della cittadinanza, si potrebbero individuare diverse figure corresponsabili nella mala progettazione, nella superficialità dell'approvazione, nella mala stesura del bando, nella cattiva gestione di esso, perchè nel momento che si è accertato l’errore, si sarebbero potuto procedere a un accordo bonario modificando il corpo dell’appalto invece di attendere la sicura apertura del contenzioso, si poteva facilmente ipotizzare che la stazione appaltante sarebbe stata oggetto di rivalsa per mancato utile e maggiori spese, costi che incideranno sulle spalle dei cittadini, errori così evidenti ed eclatanti, danno spazio a diverse ipotesi.

ART. 5 Dissesto del manto stradale, il rifacimento sarebbe previsto a breve.

Art. 6 il Puc secondo il relatore inviato dall’Università, esso avrebbe ancora bisogno di perfezionamenti per adeguarlo alle esigenze della città, ma nell’aula il mormorio indicava solo una grande attenzione in merito alla probabile concessione di circa duemilacinquecento appartamenti a disposizione dei cittadini e all’eventualità che due terzi sian sfruttati dalla speculazione edilizia che oltre a beneficiare dell’aumento del valore dei terreni tramite prestanmi potrebbero sfruttare anche le costruzioni a scopo speculativo.

Art. 7 Isola ecologica o della legalità, essa sarà gestita dal Comune di Qualiano e non affidata a un soggetto terzo come si prospettava, come relazionato dallo stesso sindaco che ne detiene la delega, la manovra servirà a risparmare 60 000 euro all’anno per il parcheggio e la custodia degli automezzi usti per la R.D. oltre a gestire in proprio il servizio del ritiro ingombranti.

Art. 8, Realizzazione dell’ecovilaggio Rom. Dislocato ai confini del territorio qualianese, il piano prevede la costruzione e affidamento di alloggi dignitosi ai membri di questa comunità, affinche anche i loro figli abbiano un riparo, premesso che il tutto è volto all'integrazione di questo popolo, all’atto dell’assegnazione dell’alloggio che qualche nostro cittadino se lo sogna, si potrebbe costringerli a stipulare un patto di custodia  e cura del bene ottenuto, cura che sarebbe accertata dai controlli da parte degli enti preposti, a pena di estromissione forzata dall’insediamento, forse ciò risulterebbe vano ma da qualche parte bisogna pur cominciare.

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