sabato 9 gennaio 2016

Quarto, il MoVimento 5 Stelle nella bufera per la grande voglia di trasparenza.

Rispetto delle regole, voglia di nuovo tipo di governo, contrasto con le forze interne abituate all’illecito, ha portato l’Amministrazione flegrea a rompere i patti.

Meglio fermare il meccanismo che continuare a far ingrassare ditte e cooperative che da trent’anni starebbero facendo il bello e brutto tempo, e grazie ad appoggi poco legali, riuscirebbero a rientrare nella legalità dalla finestra sul balcone, aperta dall’interno dallo sciaquino di turno che vi sarebbe stato spinto all’interno del palazzo apposta, per favorire e avallare emendamenti e appalti che negli anni scorsi avrebbero ininterrottamente favorito la proliferazione degli appalti assegnati quasi sempre, alle stesse ditte.

Lo scandalo dell’Amministrazione capitanata da Rosa Capuozzo ha determinato la discesa in campo del Prefetto Pantalone che intenderebbe vederci chiaro in merito a determinati appalti e alla loro gestione, pure l’antimafia starebbe indagando su alcune famiglie d’imprenditori che sarebbero colluse e legate per certi versi, con il clan Polverino, anche riesaminando alcune faccende che determinarono il commissariamento del Municipio quartese nella scorsa legislatura.

Secondo gli sviluppi, il De Robbio potrebbe essere proprio l’elemento scaraventato nel palazzo, nascosto sotto l’immeritato mantello con il simbolo del Movimento Cinque Stelle, per continuare dall’interno a favorire gli interessi dei grandi della gestione del Comune, ma questa volta ha trovato l’inciampo del rispetto della legalità dei pentastellati decisi a interrompere la catena di Sant’Antonio e mettersi al riparo dai futuri attacchi della magistratura per concussione e connivenza con eventuali apparati illegali.

Gli organi di controllo vogliono capire una volta per tutte, chi oggi come ieri, avrebbe mosso dei voti in favore del proprio delfino in barba alla legge e ai controlli, e anche per cercare di mettere la parola fine a manovre elettorali e ai meccanismi perversi che lo permettono, magari rendendo più rigide le norme delle candidature.

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