Ai tanti giovani intervenuti a formare la nutrita platea, non è stata data la spiegazone del perché e del come si potrebbe intervenire legalmente per fermare le tragedie.
Tutto si è svolto nel rispetto del copione, a cominciare dall’intervento del Vescovo Monsignor Spinillo, improntato sulla religiosità e sull’importanza della solidarietà, al magnifico discorso di Don Carmine Schiavone e l’umana testionianza degli esuli sopravvissuti, oltre le filosofiche teorie del prof. Rocco Pititto e dell’Avv. Carmine Iodice, il pubblico presente in sala si aspettava almeno qualche proposta che potesse portare alla riduzione del fenomeno e al suo controllo migratorio.
Gli accenni alle ragioni reali che portarono i barbari in Italia, oppure alle verità scientifiche che emergono dai carotaggi ai poli che spiegherebbero le varie fasi della vita, problematiche reali della nostra realta di vita, i giovani presenti, nonostante l’invito a sedere nella sala fino alla conclusione dei lavori, sono sembrati assenti o poco attratti dal discorso filosofico, essendo persone che stanno iniziando a vivere il dramma dell’immigrazione, avrebbero preferito sentire cose diverse, magari proposte risolutive.
I giovani che si affacciano alla vita e che iniziano a prendere coscienza della storia, avendo sentito parlare dell’immotivato sterminio degli ebrei, della guerra infinita tra palestinesi e israeliani per la rivendicazione dei diritti del territorio, adesso stanno seguendo le fasi degli sbarchi incontrollati e delle tragedie in mare, si chiedono quali alternative politiche potrebbero porre fine a questa tragedia che tutti i giorni si ripete nei nostri mari senza che nessuno faccia niente per fermare quella che è stata definita “La strage degli innocenti”.
Inoltre, c’è nell’animo dei giovani il timore che tra qualche decennio potrebbero trovarsi a combattere contro coloro che hanno ospitato per motivi umanitari, per presunti diritti di proprietà acquisita sul nostro territorio nazionale, proprio come è successo per i popoli del Nord Africa che non riescono a trovare un ecquilibrio e un valido motivo di convivenza, era qualche proposta politica che i giovani avrebbero voluto sentire, sapere cosa ne pensa la Chiesa in merito al controllo dei flussi.
Sebbene gli intervenuti non avrebbero potuto assumere posizioni legali, avrebbero almeno potuto esprimere i pareri che gli organi ufficiali intendono mettere in pratica per fermare il genocidio dei migranti per controllarne l’identità, anche per togliere parzialmente dalle mani degli speculatori la lista degli immigrati da soccorrere facendonla diventare moneta per le loro casse, o meglio per le loro tasche, tenendo conto che anche la Caritas è stata macchiata dallo scandalo di falsa ospitalità.
Tutto si è svolto nel rispetto del copione, a cominciare dall’intervento del Vescovo Monsignor Spinillo, improntato sulla religiosità e sull’importanza della solidarietà, al magnifico discorso di Don Carmine Schiavone e l’umana testionianza degli esuli sopravvissuti, oltre le filosofiche teorie del prof. Rocco Pititto e dell’Avv. Carmine Iodice, il pubblico presente in sala si aspettava almeno qualche proposta che potesse portare alla riduzione del fenomeno e al suo controllo migratorio.
Gli accenni alle ragioni reali che portarono i barbari in Italia, oppure alle verità scientifiche che emergono dai carotaggi ai poli che spiegherebbero le varie fasi della vita, problematiche reali della nostra realta di vita, i giovani presenti, nonostante l’invito a sedere nella sala fino alla conclusione dei lavori, sono sembrati assenti o poco attratti dal discorso filosofico, essendo persone che stanno iniziando a vivere il dramma dell’immigrazione, avrebbero preferito sentire cose diverse, magari proposte risolutive.
I giovani che si affacciano alla vita e che iniziano a prendere coscienza della storia, avendo sentito parlare dell’immotivato sterminio degli ebrei, della guerra infinita tra palestinesi e israeliani per la rivendicazione dei diritti del territorio, adesso stanno seguendo le fasi degli sbarchi incontrollati e delle tragedie in mare, si chiedono quali alternative politiche potrebbero porre fine a questa tragedia che tutti i giorni si ripete nei nostri mari senza che nessuno faccia niente per fermare quella che è stata definita “La strage degli innocenti”.
Inoltre, c’è nell’animo dei giovani il timore che tra qualche decennio potrebbero trovarsi a combattere contro coloro che hanno ospitato per motivi umanitari, per presunti diritti di proprietà acquisita sul nostro territorio nazionale, proprio come è successo per i popoli del Nord Africa che non riescono a trovare un ecquilibrio e un valido motivo di convivenza, era qualche proposta politica che i giovani avrebbero voluto sentire, sapere cosa ne pensa la Chiesa in merito al controllo dei flussi.
Sebbene gli intervenuti non avrebbero potuto assumere posizioni legali, avrebbero almeno potuto esprimere i pareri che gli organi ufficiali intendono mettere in pratica per fermare il genocidio dei migranti per controllarne l’identità, anche per togliere parzialmente dalle mani degli speculatori la lista degli immigrati da soccorrere facendonla diventare moneta per le loro casse, o meglio per le loro tasche, tenendo conto che anche la Caritas è stata macchiata dallo scandalo di falsa ospitalità.
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