Le nuove bici dovranno essere corredate da un microchip che le renderà rintracciabili su tutto il territorio nazionale, è una proposta dei cinque Stelle.
Il microchip in oggetto, secondo la proposta di legge del suo ideatore, il deputato del Movimento 5 stelle, Paolo Bernini, dovrebbe essere obbligatorio e inamovibile dal telaio per la sua tracciabilità, ma non porterebbe inseriti i dati per la fiscalizzazione del proprietario e quindi, non potrebbero essere usati ai fini della tassazione, ma darebbero la possibilità alla Polizia Municipale attraverso le riceventi di rintracciare il mezzo di locomozione in qualunque posto del territorio nazionale.
Di qui il rimedio studiato da Bernini, dotare obbligatoriamente le bici di un microchip con una vita media di circa ottanta anni e senza una batteria da ricaricare o da sostituire, una volta installato in un punto del telaio, nascosto, poco visibile e reso inamovibile, permetterebbe il recupero della bicicletta in tutto il territorio nazionale, favorendone così il recupero e la restituzione al legittimo proprietario, cosa che avverrebbe senza l’ausilio del Gps, quindi non fiscale.
La sfiducia popolare verso la politica è tale da far pensare che lo Stato nel momento del bisogno, troverebbe sicuramente il modo di renderlo fecondo e utile per portare acqua al mulino dei politici, obbligando gli ex ciclisti, dopo aver perso la bici, a comprarsi un nuovo paio di scarpe adatte alla marcia e andare ancora a piedi mentre i politici continuerebbero a viaggiare nelle auto blu.
Il microchip in oggetto, secondo la proposta di legge del suo ideatore, il deputato del Movimento 5 stelle, Paolo Bernini, dovrebbe essere obbligatorio e inamovibile dal telaio per la sua tracciabilità, ma non porterebbe inseriti i dati per la fiscalizzazione del proprietario e quindi, non potrebbero essere usati ai fini della tassazione, ma darebbero la possibilità alla Polizia Municipale attraverso le riceventi di rintracciare il mezzo di locomozione in qualunque posto del territorio nazionale.
Di qui il rimedio studiato da Bernini, dotare obbligatoriamente le bici di un microchip con una vita media di circa ottanta anni e senza una batteria da ricaricare o da sostituire, una volta installato in un punto del telaio, nascosto, poco visibile e reso inamovibile, permetterebbe il recupero della bicicletta in tutto il territorio nazionale, favorendone così il recupero e la restituzione al legittimo proprietario, cosa che avverrebbe senza l’ausilio del Gps, quindi non fiscale.
La sfiducia popolare verso la politica è tale da far pensare che lo Stato nel momento del bisogno, troverebbe sicuramente il modo di renderlo fecondo e utile per portare acqua al mulino dei politici, obbligando gli ex ciclisti, dopo aver perso la bici, a comprarsi un nuovo paio di scarpe adatte alla marcia e andare ancora a piedi mentre i politici continuerebbero a viaggiare nelle auto blu.
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