Taglio agli esami inutili, medici motivatamente in rivolta, oltre a penalizzare i malati sono previste sanzioni anche per i medici oppositori che prescriveranno gli esami inutili.
La risposta dei medici alla manovra sarà una manifestazione nazionale di protesta indetta per novembre, medici di base e gli ospedalieri contro il provvedimento che, mira a un risparmio di circa 2, 3 miliardi l'anno a danno dei malati, il decreto è stato presentato ai sindacati, subito sono scattate le proteste dei camici bianchi che si sono trasformate in minacce di sciopero.
La spending review applicata anche in corsia, è una cosa che non sta ne in cielo ne in terra, in sostanza, i medici non accettano che la revisione delle prestazioni si trasformi, in un'imposizione burocratico-finanziaria sulle prescrizioni, a essere soppresse potrebbero essere analisi, visite ed esami per immagini, senza contare le sanzioni pecuniarie, nei confronti dei camici bianchi che firmeranno richieste ritenute inappropriate e non conformi alla lista che è stata “corretta e decurtata.
Attualmente, sono rimaste solo 208, su 1700, le prestazioni che finora erano gratuite ma che prossimamente potrebbero diventare a pagamento perché ritenute inutili o non necessarie per i pazienti, tra questi, la Tac e la risonanza, il controllo del colesterolo fino ai piccoli interventi odontoiatrici, compreso i test allergici.
Giustamente la reazione dei medici, non possono decidere i politici quali esami far fare ai pazienti, sarebbe una cosa abnorme, anche Pier Luigi Bersani e Luca Zaia presidente leghista del Veneto sono contro i tagli, il ministro Lorenzin difende il provvedimento, molti esami che prescrivevano sono stati tagliati perché inutili, si faranno le analisi che servono, l'eccesso costa 13 miliardi allo Stato, quindi gli italiani si devono preparare a pagarsi l’assistenza per assicurare la pensione e i privilegi ai politici.
La risposta dei medici alla manovra sarà una manifestazione nazionale di protesta indetta per novembre, medici di base e gli ospedalieri contro il provvedimento che, mira a un risparmio di circa 2, 3 miliardi l'anno a danno dei malati, il decreto è stato presentato ai sindacati, subito sono scattate le proteste dei camici bianchi che si sono trasformate in minacce di sciopero.
La spending review applicata anche in corsia, è una cosa che non sta ne in cielo ne in terra, in sostanza, i medici non accettano che la revisione delle prestazioni si trasformi, in un'imposizione burocratico-finanziaria sulle prescrizioni, a essere soppresse potrebbero essere analisi, visite ed esami per immagini, senza contare le sanzioni pecuniarie, nei confronti dei camici bianchi che firmeranno richieste ritenute inappropriate e non conformi alla lista che è stata “corretta e decurtata.
Attualmente, sono rimaste solo 208, su 1700, le prestazioni che finora erano gratuite ma che prossimamente potrebbero diventare a pagamento perché ritenute inutili o non necessarie per i pazienti, tra questi, la Tac e la risonanza, il controllo del colesterolo fino ai piccoli interventi odontoiatrici, compreso i test allergici.
Giustamente la reazione dei medici, non possono decidere i politici quali esami far fare ai pazienti, sarebbe una cosa abnorme, anche Pier Luigi Bersani e Luca Zaia presidente leghista del Veneto sono contro i tagli, il ministro Lorenzin difende il provvedimento, molti esami che prescrivevano sono stati tagliati perché inutili, si faranno le analisi che servono, l'eccesso costa 13 miliardi allo Stato, quindi gli italiani si devono preparare a pagarsi l’assistenza per assicurare la pensione e i privilegi ai politici.
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