Ineleggibile, indagato, improponibile, ingovernabile, tutti gli strali scagliati da Rosy Bindi a Vincenzo De Luca, che fine hanno fatto, sono serviti a farlo eleggere.
In molti elettori campani sta materializzandosi un dubbio, ma allora l’avversità dimostrata da Rosy Bindi nei riguardi di V. De Luca, era tutta una finta, una farsa studiata a tavolino dai vertici del Partito per accendere i proiettori sul candidato Governatore della Regione Campania, una mossa studiata da Renzi e dal PD corsi in aiuto del delfino che ha dato i suoi frutti, perché se no non c’è l’avrebbe fatta a spuntarla contro Caldoro o con la candidata del MoVimento cinque stelle, Valeria Ciaranbino.
Le capacità di De Luca al momento non sono in discussione, sta appena iniziando a entrare nel merito del Governo campano, ma in discussione è stato il modo di gestire la figura del Governatore, gli attacchi portati avanti dalla Bindi a pochi giorni dalle elezioni, hanno avuto il loro effetto con i consensi, i successivi ricorsi, le minacce di querele, evidentemente farebbero parte tutte di una strategia racchiusa anche nell’incontro tra Renzi e De Luca a Pompei, alla vigilia della battaglia che forse, servì proprio a sancire l’accordo.
Se i dubbi sopra espressi, risultassero concreti, la Presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, , guadagnerebbe punti come dirigente politico avendo dato un forte contributo a far eleggere De Luca, ma perderebbe stima e fiducia come responsabile di un dicastero così importante come quello dell’Antimafia, avendo assoggettato l’Istituto di controllo alla bassezza della politica.
I dubbi degli italiani, troverebbero riscontro nel fatto che dopo le elezioni, alla presentazione delle richieste di sospensiva accettate dal tribunale, la Presidente non ha opposto ricorso né tantomeno si è pronunciata in merito alla legittimità delle richieste deluchiane, richieste, ammesse e validate dal Giudice, fatto sta che il Governatore sta espletando pienamente le funzioni attribuitegli dall’elettorato, anche se questo forse, sarebbe stato ingannato dalle grandi manovre.
In molti elettori campani sta materializzandosi un dubbio, ma allora l’avversità dimostrata da Rosy Bindi nei riguardi di V. De Luca, era tutta una finta, una farsa studiata a tavolino dai vertici del Partito per accendere i proiettori sul candidato Governatore della Regione Campania, una mossa studiata da Renzi e dal PD corsi in aiuto del delfino che ha dato i suoi frutti, perché se no non c’è l’avrebbe fatta a spuntarla contro Caldoro o con la candidata del MoVimento cinque stelle, Valeria Ciaranbino.
Le capacità di De Luca al momento non sono in discussione, sta appena iniziando a entrare nel merito del Governo campano, ma in discussione è stato il modo di gestire la figura del Governatore, gli attacchi portati avanti dalla Bindi a pochi giorni dalle elezioni, hanno avuto il loro effetto con i consensi, i successivi ricorsi, le minacce di querele, evidentemente farebbero parte tutte di una strategia racchiusa anche nell’incontro tra Renzi e De Luca a Pompei, alla vigilia della battaglia che forse, servì proprio a sancire l’accordo.
Se i dubbi sopra espressi, risultassero concreti, la Presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, , guadagnerebbe punti come dirigente politico avendo dato un forte contributo a far eleggere De Luca, ma perderebbe stima e fiducia come responsabile di un dicastero così importante come quello dell’Antimafia, avendo assoggettato l’Istituto di controllo alla bassezza della politica.
I dubbi degli italiani, troverebbero riscontro nel fatto che dopo le elezioni, alla presentazione delle richieste di sospensiva accettate dal tribunale, la Presidente non ha opposto ricorso né tantomeno si è pronunciata in merito alla legittimità delle richieste deluchiane, richieste, ammesse e validate dal Giudice, fatto sta che il Governatore sta espletando pienamente le funzioni attribuitegli dall’elettorato, anche se questo forse, sarebbe stato ingannato dalle grandi manovre.
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