La notizia pubblicata dal Corriere della sera sabato 11 gennaio rallegra tutti quelli che si sentivano truffati da opportunisti e scansafatiche.
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’8 gennaio 2020 del decreto emesso dal ministero del Lavoro, i beneficiari del Reddito di cittadinanza hanno un obbligo: quello di svolgere per 8 ore a settimana, i cosiddetti «progetti utili alla collettività» (Puc) nel Comune di residenza, in pratica, si tratta di lavori socialmente utili a beneficio della collettività ai quali i percettori di Reddito di cittadinanza saranno obbligati a svolgere nell’ambito del patto per il lavoro e del patto per l’inclusione sociale.
La nuova norma evidentemente ha tenuto conto che i beneficiari del R.d.C, siano persone senza lavoro e disponibili, persone che possono benissimo dare una mano, nell’ambito delle proprie possibilità attitudinali a espletare lavori socialmente utili nei propri comuni di residenza secondo le varie esigenze presenti nelle varie amministrazioni e quindi dare un minimo di contropartita per il beneficio finanziario ricevuto.
Il Reddito di Cittadinanza ha dimostrato di essere un vero toccasana per i meno abbietti ai quali ha portato nelle case buie uno spiraglio di luce, a quei genitori onesti e lavoratori rimasti senza lavoro e con figli da sfamare ha veramente rappresentato un valido aiuto e un’ancora di salvezza, iniziativa garantista di una politica in favore di chi ha bisogno di sbarcare il lunario tenendo conto del momento negativo, della mancanza di lavoro e delle esigenze del popolo.
Inutile dire che la misura intrapresa dallo Stato trova il plauso di quei cittadini che hanno ritenuto l’iniziativa del Reddito calpestato e abusato da chi immeritatamente ha sfruttato e beneficiato le misure che miravano ad aiutare gli onesti e non i truffaldini, quelli che hanno beneficiato della risorsa e forse hanno anche lavorato parallelamente a nero con la complicità dei datori di lavoro disonesti ostentando una capacità di truffare lo Stato e con esso i cittadini e tutti quelli che pagano regolarmente le onerose tasse.
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’8 gennaio 2020 del decreto emesso dal ministero del Lavoro, i beneficiari del Reddito di cittadinanza hanno un obbligo: quello di svolgere per 8 ore a settimana, i cosiddetti «progetti utili alla collettività» (Puc) nel Comune di residenza, in pratica, si tratta di lavori socialmente utili a beneficio della collettività ai quali i percettori di Reddito di cittadinanza saranno obbligati a svolgere nell’ambito del patto per il lavoro e del patto per l’inclusione sociale.
La nuova norma evidentemente ha tenuto conto che i beneficiari del R.d.C, siano persone senza lavoro e disponibili, persone che possono benissimo dare una mano, nell’ambito delle proprie possibilità attitudinali a espletare lavori socialmente utili nei propri comuni di residenza secondo le varie esigenze presenti nelle varie amministrazioni e quindi dare un minimo di contropartita per il beneficio finanziario ricevuto.
Il Reddito di Cittadinanza ha dimostrato di essere un vero toccasana per i meno abbietti ai quali ha portato nelle case buie uno spiraglio di luce, a quei genitori onesti e lavoratori rimasti senza lavoro e con figli da sfamare ha veramente rappresentato un valido aiuto e un’ancora di salvezza, iniziativa garantista di una politica in favore di chi ha bisogno di sbarcare il lunario tenendo conto del momento negativo, della mancanza di lavoro e delle esigenze del popolo.
Inutile dire che la misura intrapresa dallo Stato trova il plauso di quei cittadini che hanno ritenuto l’iniziativa del Reddito calpestato e abusato da chi immeritatamente ha sfruttato e beneficiato le misure che miravano ad aiutare gli onesti e non i truffaldini, quelli che hanno beneficiato della risorsa e forse hanno anche lavorato parallelamente a nero con la complicità dei datori di lavoro disonesti ostentando una capacità di truffare lo Stato e con esso i cittadini e tutti quelli che pagano regolarmente le onerose tasse.
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