Sulla bilancia i costi pesano più dei benefici ottenuti, i cittadini sono propensi a credere che per loro sia stata un’azione nata male e finita peggio, azione che forse era meglio non fare.
Quale sia stato lo spirito che ha dato vita a questo progetto che in fin dei conti, forse, ha deluso i cittadini mentre ha lasciato soddisfatto solo qualcuno dei tanti eredi che ha beneficiato della modesta somma di poche migliaia di euro a fronte di una proprietà comune molto vincolata ai fini di una eventuale divisione...ma alla fine, ai cittadini che cosa è rimasto? Solo dei poggioli sui quali sedersi e scambiare due parole con qualche amico nelle sere d’Estate...è valsa veramente la pena?
Sarebbe il caso che il fautore di questo grande progetto di esproprio e di ricostruzione spiegasse concretamente quale beneficio intendeva dare ai cittadini, escluso la miglioria recuperata e regalata alla visuale delle abitazioni adiacenti, ma ai cittadini comuni, ai comuni mortali non politici, ai cittadini che contano solo per il voto, ai tanti che servono solo per pagare le tasse, cosa resta se non uno spazio fruibile solamente a poche persone senza possibilità di ripararsi ne dalla pioggia, ne dal sole d’Estate... costata tanto e con poca funzionalità.
Anche non essendo dei luminari di urbanistica era facilmente ipotizzabile che lo striminzito spazio non offriva nè tantomeno si prestava a grandi soluzioni utili a risolvere o alleviare i malesseri dei cittadini, sarebbe stato meglio se le varie centinaia di migliaia di euro spesi tra esproprio e i lavori in essere, fossero stati utilizzati diversamente per opere più importanti e necessarie per riqualificare la città, opere delle quali ci sarebbe stato solo l’imbarazzo della scelta.
Alla luce dei fatti, il tutto si presterebbe a dar vita alle malelingue secondo le quali, si sia trattato di un grande accordo organizzato e portato a termine tra persone che contano che hanno avuto potere decisionale a dispetto dei cittadini comuni, ai quali, tocca solamente pagare anche per le scellerate decisioni scaturite da persone sofferenti di megalomania cronica.
Quale sia stato lo spirito che ha dato vita a questo progetto che in fin dei conti, forse, ha deluso i cittadini mentre ha lasciato soddisfatto solo qualcuno dei tanti eredi che ha beneficiato della modesta somma di poche migliaia di euro a fronte di una proprietà comune molto vincolata ai fini di una eventuale divisione...ma alla fine, ai cittadini che cosa è rimasto? Solo dei poggioli sui quali sedersi e scambiare due parole con qualche amico nelle sere d’Estate...è valsa veramente la pena?
Sarebbe il caso che il fautore di questo grande progetto di esproprio e di ricostruzione spiegasse concretamente quale beneficio intendeva dare ai cittadini, escluso la miglioria recuperata e regalata alla visuale delle abitazioni adiacenti, ma ai cittadini comuni, ai comuni mortali non politici, ai cittadini che contano solo per il voto, ai tanti che servono solo per pagare le tasse, cosa resta se non uno spazio fruibile solamente a poche persone senza possibilità di ripararsi ne dalla pioggia, ne dal sole d’Estate... costata tanto e con poca funzionalità.
Anche non essendo dei luminari di urbanistica era facilmente ipotizzabile che lo striminzito spazio non offriva nè tantomeno si prestava a grandi soluzioni utili a risolvere o alleviare i malesseri dei cittadini, sarebbe stato meglio se le varie centinaia di migliaia di euro spesi tra esproprio e i lavori in essere, fossero stati utilizzati diversamente per opere più importanti e necessarie per riqualificare la città, opere delle quali ci sarebbe stato solo l’imbarazzo della scelta.
Alla luce dei fatti, il tutto si presterebbe a dar vita alle malelingue secondo le quali, si sia trattato di un grande accordo organizzato e portato a termine tra persone che contano che hanno avuto potere decisionale a dispetto dei cittadini comuni, ai quali, tocca solamente pagare anche per le scellerate decisioni scaturite da persone sofferenti di megalomania cronica.
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