Senza aspettare il processo, il Ministero ha deciso autonomamente per il licenziamento in tronco dei sei custodi della Reggia assenteisti colti sul fatto.
Per la prima volta è stata applicata pienamente la legge Madia, "il Mibact", legge che consente di concludere il rapporto lavorativo prima del giudizio, applicando la legge è stato possibile licenziare i dipendenti addetti alla vigilanza della Reggia vanvitelliana di Caserta resosi rei di assenteismo, i sei, furono accusati di truffa aggravata e continuata oltre alle false attestazioni di presenza in servizio per essersi allontanati alla chetichella dal luogo di lavoro dopo aver timbrato il badge.
Secondo quanto pubblicato sulle pagine del Mattino di Napoli si tratterebbe di; Raffaele Narciso, Benedetto Petriccione, Giovanni Maiale, Leonisio Ammirati, Francesco Martone e Giovanni Antonio Di Sarno. I sei furono scoperti in seguito a un’indagine sull’assenteismo che partì per tutt’altro accertamento ma che adesso ha abbassato la scure su queste persone che si sarebbero macchiate di truffa ai danni dello Stato e della mancata sorveglianza del patrimonio collettivo.
In questo tempo di mancanza del lavoro non fa piacere sapere di persone che perdono l’impiego, però, se fosse veramente accertato l’abbandono del posto di lavoro, significherebbe che il lavoro a queste persone non serve, che a loro serve solo lo stipendio ed allora diventa giusto che lo Stato dica loro di andarselo a guadagnare da un’altra parte dopo aver dato da vivere sia a loro, sia ai loro familiari, non è giusto calpestare un posto di lavoro che in migliaia sognerebbero.
Per la prima volta è stata applicata pienamente la legge Madia, "il Mibact", legge che consente di concludere il rapporto lavorativo prima del giudizio, applicando la legge è stato possibile licenziare i dipendenti addetti alla vigilanza della Reggia vanvitelliana di Caserta resosi rei di assenteismo, i sei, furono accusati di truffa aggravata e continuata oltre alle false attestazioni di presenza in servizio per essersi allontanati alla chetichella dal luogo di lavoro dopo aver timbrato il badge.
Secondo quanto pubblicato sulle pagine del Mattino di Napoli si tratterebbe di; Raffaele Narciso, Benedetto Petriccione, Giovanni Maiale, Leonisio Ammirati, Francesco Martone e Giovanni Antonio Di Sarno. I sei furono scoperti in seguito a un’indagine sull’assenteismo che partì per tutt’altro accertamento ma che adesso ha abbassato la scure su queste persone che si sarebbero macchiate di truffa ai danni dello Stato e della mancata sorveglianza del patrimonio collettivo.
In questo tempo di mancanza del lavoro non fa piacere sapere di persone che perdono l’impiego, però, se fosse veramente accertato l’abbandono del posto di lavoro, significherebbe che il lavoro a queste persone non serve, che a loro serve solo lo stipendio ed allora diventa giusto che lo Stato dica loro di andarselo a guadagnare da un’altra parte dopo aver dato da vivere sia a loro, sia ai loro familiari, non è giusto calpestare un posto di lavoro che in migliaia sognerebbero.
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