domenica 13 maggio 2018

Qualiano, l’Istituto alberghiero già oltre il cronoprogramma, time out, a quando la consegna?

La posa della prima pietra avvenuta alla fine di maggio 2016, tempi previsti dal cronoprogramma 547 giorni utili, tempo realmente già scaduto, a quando la consegna?

La posa della prima pietra diede modo agli amministratori di godere temporaneamente del grande momento di celebrità essendo riusciti a portare in porto una nave partita nel 2002 dalla nostra città, e approdata nella darsena qualianese con l’aggiunta di ulteriori due milioni di euro grazie all’impegno del Consigliere metropolitano Domenico Marrazzo, il quale, per i primi mesi ha anche presieduto i lavori presentandosi in cantiere quasi tutte le mattine per accertarsi del corretto andamento dei lavori, è servito allo scopo?

Si direbbe di no, visto che il tempo previsto dal cronoprogramma si avvia verso l’ignoto, certamente, non per colpa dell’Amministrazione che essendo i lavori a responsabilità della Città Metropolitana, non ha poteri diretti nell’andamento e nella gestione dei lavori però, visto la lentezza dei lavori, avrebbe potuto allarmare gli organi competenti esortandoli a dare un incitamento alla ditta costruttrice ad accelerare i lavori in qualità di stazione appaltante invogliandoli al rispetto del programma lavori.

Considerando che allo stato attuale i lavori eseguiti si trovano all’incirca al 21% del totale, è presumibile che la consegna, nella migliore delle ipotesi, possa ipotizzarsi tra non meno di quattro anni, cioè nell’anno del Signore 2022  riserve permettendo, le opere pubbliche sono note per la loro lentezza e per il loro andamento fazioso, per cui, spetta alla stazione appaltante rimuovere gli ostacoli del rallentamento consistente in riserve di fatto e sistematici rigetti delle stesse.

Nessun rimprovero al Consigliere metropolitano Marrazzo né al capo dell’Amministrazione De Luca se non hanno fatto di più, non essendo responsabili né gestori diretti dell’appalto, e non responsabili in prima persona della lentezza dei lavori, colpevoli solo del fatto di essersi appropriati di un ruolo di responsabilità gestionale iniziale più grande di loro e che per colpa degli organi metropolitani sono stati costretti a fare brutta figura con i loro cittadini.

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