venerdì 5 gennaio 2018

Qualiano, la voragine di via De Gasperi continua a inghiottire senza sosta.

Dopo aver ingoiato i materiali che costituivano il tappo per la viabilità, sta continuamente ingoiando progetti, bandi di gara, computi e impegni assunti con il popolo: vedrà mai la fine?

Dopo il fumo negli occhi dovuto a un’irrisoria pulizia dei detriti lasciati in loco dalla ditta che si occupò dei lavori di somma urgenza accumulati in attesa che ci pensasse il Comune al loro smaltimento oltre all’inesistente volontà di eseguire i lavori tanto sbandierati in occasione dei festeggiamenti politici del 18/12 us, e rimasto l’amaro in gola e la voragine è pronta a ingoiare ancora mortificazioni e prese in giro che stanno inesorabilmente colpendo la dignità dei qualianesi

La Città Metropolitana dei 700 mila euro richiesti dal Comune di Qualiano per il momento ha elargito la somma solo sufficiente alla costruzione della piastra di tappatura e le altre opere connesse alla sicurezza della cittadinanza e, l’apertura al traffico veicolare per il minimo consentito passando la palla dell’esecuzione dei lavori all’Amministrazione comunale, la quale, con i finanziamenti nel cassetto a distanza di sei mesi ancora non è in grado di operare.

Il megalomane progetto della costruzione di una Qualiano sotterranea con la possibilità di visite guidate alla ricerca di scarafaggi, topacci, pipistrelli e altre specie oggetto di studio dei piccoli visitatori che magari non li hanno mai visti, forse è stato ritenuto dalla Città Metropolitana “fantascientifico”, sconveniente e forse anche troppo oneroso rispetto alle reali opere necessarie per la sua completa realizzazione.

Forse un giorno non lontano, quando gli attuali vertici della Città Metropolitana saranno sostituiti, qualche nuovo entrato chiederà conto di come fu gestita l’intera vicenda e perché non fu chiamata in causa Acquedotto Scpa alla riparazione dei danni, in quanto unico gestore e responsabile dei sottoservizi che probabilmente furono le cause del cedimento, invece di pagarlo anche profumatamente per i lavori di somma urgenza che furono eseguiti nei giorni successivi al collasso.

La gestione della vicenda “voragine”, forse è stata condotta in modo diametralmente opposto al reale modo di come sarebbe dovuta essere gestita, tanto da lasciar intravvedere addirittura meccanismi poco chiari, come se si fossero tutelati più gli interessi di Acquedotti Scpa che dei cittadini che hanno subito disagi e danni per colpe non sue, sarebbe stato compito dell’Amministrazione fugare i dubbi dei cittadini dimostrando estraneità a qualsivoglia agevolazione.

Come più volte denunciato in Consiglio Comunale dai consiglieri di opposizione, anche la relazione tecnica redatta da un quotato professionista non brillò di esaustiva chiarezza limitandosi a un giro di parole che alla fine non diede certezze delle cause che realmente avevano provocato il cedimento senza aver dato seguito a necessari accertamenti, per cui, a due anni e mezzo di tempo, il tutto è ancora come il primo giorno e chissà quando vedrà la fine.

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