O si vende, o si liquida, si va verso il commissariamento della compagnia di volo italiana, spiazzati Governo e sindacati che credevano di potersela giocare ancora.
Il referendum ha bocciato il preaccordo, sono stati 6816 i “no” contro 3206 “sì”, un risultato pesante che ha sorpreso Governo e Sindacati, l’esito del voto ha aperto la via al Commissariamento, è stato convocato per il prossimo 27 aprile l’assemblea dei soci per le decisioni, lo status quo esercitato dalla politica sulla compagnia di volo italiana sembra arrivato alla definitiva bocciatura, le casse di Alitalia sono vertiginosamente coperte da passivi accumulati nei decenni indiscriminatamente.
È stata esclusa la sua nazionalizzazione, o vendita, o liquidazione, sarebbero queste le prerogative future, secondo le accuse mosse dal consiglio interno degli specialisti del volo, si sarebbe arrivato al collasso per le scelte sbagliate delle rotte che sarebbero servite poco al pubblico ma molto ad alcuni politici che avrebbero avuto interessi privati in determinati paesi toccati dai carrelli degli aerei, sotto accusa anche l’aereo di Stato che sarebbe servito solo all’ex e all’attuale premier,
Escluso un nuovo finanziamento pubblico dall’esito del voto che, a questo punto, costituirebbe solo un altro palliativo, non resterebbe altro che la vendita al miglior offerente, solo che adesso le condizioni economiche sono ben diverse da quando Berlusconi voleva venderla ai francesi, per cui, ci si aspetterebbe un’offerta penalizzante dalle compagnie interessate, ma la decisione di vendere favorirebbe la stabilità di Alitalia, lo scrollamento dei contributi pubblici dalle spalle degli italiani e la sottrazione della polpetta dal piatto dei politici.
Il referendum ha bocciato il preaccordo, sono stati 6816 i “no” contro 3206 “sì”, un risultato pesante che ha sorpreso Governo e Sindacati, l’esito del voto ha aperto la via al Commissariamento, è stato convocato per il prossimo 27 aprile l’assemblea dei soci per le decisioni, lo status quo esercitato dalla politica sulla compagnia di volo italiana sembra arrivato alla definitiva bocciatura, le casse di Alitalia sono vertiginosamente coperte da passivi accumulati nei decenni indiscriminatamente.
È stata esclusa la sua nazionalizzazione, o vendita, o liquidazione, sarebbero queste le prerogative future, secondo le accuse mosse dal consiglio interno degli specialisti del volo, si sarebbe arrivato al collasso per le scelte sbagliate delle rotte che sarebbero servite poco al pubblico ma molto ad alcuni politici che avrebbero avuto interessi privati in determinati paesi toccati dai carrelli degli aerei, sotto accusa anche l’aereo di Stato che sarebbe servito solo all’ex e all’attuale premier,
Escluso un nuovo finanziamento pubblico dall’esito del voto che, a questo punto, costituirebbe solo un altro palliativo, non resterebbe altro che la vendita al miglior offerente, solo che adesso le condizioni economiche sono ben diverse da quando Berlusconi voleva venderla ai francesi, per cui, ci si aspetterebbe un’offerta penalizzante dalle compagnie interessate, ma la decisione di vendere favorirebbe la stabilità di Alitalia, lo scrollamento dei contributi pubblici dalle spalle degli italiani e la sottrazione della polpetta dal piatto dei politici.
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