Mentre si da vita facilmente a un’aiuola ornamentale sul marciapiede di Via F. Rosselli, con la stessa facilità si eliminano le due aiuole verdi in Piazza del Popolo per ricavarne stalli blu.
Ormai la vicenda stalli blu ha preso corpo nella vita sociale qualianese, la consapevolezza che tutta la vicenda è nata a dir poco sbagliata, anche volendo essere buonisti, questo è stato un progetto lacunoso anche per i più somari cittadini, ma che i sei posti a pagamento ricavati nello spazio occupato prima dalle due aiuole, possono contribuire a colmare il divario creatosi tra le quantità millantate nel bando di gara che prevedevano 1050 posti auto, e quelli realmente realizzati, è pura utopia.
Forse, l’Amministrazione ha ritenuto che quando un bene pubblico, come nel caso delle due aiuole, non possa essere curato, è bene sopprimerlo, con questo concetto, e viste le sue pietose condizioni, si potrebbe benissimo abolire anche l’aiuola di Via F. Rosselli, e ricavare al suo posto qualche altro stallo blu, tanto, a differenza delle norme vigenti su tutto il territorio nazionale che vietano la sosta sui marciapiedi, quelli di via De Gasperi sono già stati asserviti allo stesso scopo.
La forza indiscussa mostrata dalla societa gestrice della sosta, forse, consiste nel fatto che ricorrere legalmente per una multa illecita, tra spese legali e carta bollata, costa più della multa stessa, per cui, anche a malincuore, imprecando e maledicendo, è più comveniente pagare che ricorrere, come dicevo prima, anche i cittadini più sprovveduti riescono a individuare le grandi anomalie presenti in quello che passera alla storia cittadina come una dei grandi scempi politici voluto da ben due amministrazioni che si sono succedute.
Ci sarebbe da ridere se qualche Magistrato si trovasse a passare per la nosta città e notasse qualcuno dei tanti abusi che sono stati commessi in nome della sosta a pagamento, forse, sarebbero diverse le teste a cadere sotto la mannaia della Giustizia, ma questa è una inutile speranza, al momento volendo o nolente, tutti i cittadini sono obbligati a sottostare a quello che ha deciso il padrone dell’amato suolo della nostra città, millantato, violentato, e anche deturpato senza crearsi scrupoli.
Ormai la vicenda stalli blu ha preso corpo nella vita sociale qualianese, la consapevolezza che tutta la vicenda è nata a dir poco sbagliata, anche volendo essere buonisti, questo è stato un progetto lacunoso anche per i più somari cittadini, ma che i sei posti a pagamento ricavati nello spazio occupato prima dalle due aiuole, possono contribuire a colmare il divario creatosi tra le quantità millantate nel bando di gara che prevedevano 1050 posti auto, e quelli realmente realizzati, è pura utopia.
Forse, l’Amministrazione ha ritenuto che quando un bene pubblico, come nel caso delle due aiuole, non possa essere curato, è bene sopprimerlo, con questo concetto, e viste le sue pietose condizioni, si potrebbe benissimo abolire anche l’aiuola di Via F. Rosselli, e ricavare al suo posto qualche altro stallo blu, tanto, a differenza delle norme vigenti su tutto il territorio nazionale che vietano la sosta sui marciapiedi, quelli di via De Gasperi sono già stati asserviti allo stesso scopo.
La forza indiscussa mostrata dalla societa gestrice della sosta, forse, consiste nel fatto che ricorrere legalmente per una multa illecita, tra spese legali e carta bollata, costa più della multa stessa, per cui, anche a malincuore, imprecando e maledicendo, è più comveniente pagare che ricorrere, come dicevo prima, anche i cittadini più sprovveduti riescono a individuare le grandi anomalie presenti in quello che passera alla storia cittadina come una dei grandi scempi politici voluto da ben due amministrazioni che si sono succedute.
Ci sarebbe da ridere se qualche Magistrato si trovasse a passare per la nosta città e notasse qualcuno dei tanti abusi che sono stati commessi in nome della sosta a pagamento, forse, sarebbero diverse le teste a cadere sotto la mannaia della Giustizia, ma questa è una inutile speranza, al momento volendo o nolente, tutti i cittadini sono obbligati a sottostare a quello che ha deciso il padrone dell’amato suolo della nostra città, millantato, violentato, e anche deturpato senza crearsi scrupoli.
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