venerdì 17 febbraio 2017

L’Ingiusta Giustizia, la motivata ribellione intima di un testimone di giustizia costretto a vivere nell’ombra.

«Da quando ho denunciato la camorra, la mia vita è un inferno» è lo sfogo di chi da cittadino esemplare è diventato prigioniero della giustizia.

Questa e il libero sfogo di un testimone di giustizia che preferiamo riportare per intero così come pubblicato dal Mattino di Napoli.


«Sono un uomo di 44 anni, ho origini napoletane, ho vissuto sino all'età di 37 anni da uomo libero, sino a quando nel 2010 ho denunciato la camorra e la corruzione nelle grandi opere, dal 2011 vivo l'inferno di una vita non vissuta fatta di attentati da parte della camorra e di persecuzioni da parte dei colletti bianchi».

A dare fiato all’angosciosa situazione che sta vivendo, è Gennaro Ciliberto, che da responsabile della sicurezza nei cantieri, ha denunciato la grande corruzione presente in tutto l’iter che avrebbe riscontrato nell'ambiente dei lavori pubblici specialmente durante il periodo lavorativo svolto come responsabile di cantiere diventato testimone di giustizia.

Dal giorno della denuncia a oggi Gennaro Ciliberto vive una vita spenta, privato di una conduzione normale della vita di uomo non più libero, negazioni, limitazioni e di umiliazioni, formano parte integrante di un’anormale giornata passata al servizio di una giustizia fantasma secondo lui, oggi sono costretto a vivere come un fantasma, ho perso ogni possibilità di una vita serena in famiglia, cinema, centro commerciale, evento matrimoniale e sportivo o addirittura un funerale mi è vietato, mentre i denunciati continuano la loro vita camorristica, il vero colpito sono solo io.

«Sono un testimone di giustizia riconosciuto dalla legge, indispensabile per le indagini, necessario nei processi, ma per alcuni sono un rompiscatole, per altri sono un parassita, per altri ancora un infame», conclude Ciliberto», tutto questo dal 2010, lo Stato chiede l’aiuto dei cittadini per combattere il malaffare, ma se i risultati sono questi, di collaboratori ne troverà ben pochi, dovrebbe cambiare metodologia per attingere informazioni e prove, senza per questo compromettere la vita sociale dei denuncianti.

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