L’Istituto per le cure oncologiche napoletano, non è più in grado di assicurare l’assistenza né tantomeno la diagnostica per mancanza di personale.
Al momento, secondo fonti attendibili è necessario un mese d’attesa per la visita, e due mesi per la radioterapia, le possibilità di curare un cancro presso il Pascale, maggior istituto tumori del sud Italia, sono diventate pure chimere, quindi, la direzione non è più in grado di garantirla, la direzione dell’ospedale ha rinforzato l’informazione per avvisare e istruire chi si trova in necessità, della diluizione dei tempi e la scarsità di possibilità di essere curati nella specifica struttura oncologica.
A causa della scarsità del personale, la lista di attesa per la prima visita è arrivata a quattro settimane, ma la cosa brutta e che alla data fissata si comunica all’ammalato che il suo appuntamento è stato posticipato di un mese, ma questo chi lo può comunicare al tumore che avanza e dove le poche speranze di guarigione sono affidate alla tempestività delle cure, per questo le strutture pubbliche indietreggiano, e il privato avanza ma a spese dell’ammalato.
Nell’istituto di rilievo nazionale, gli ammalati sono dirottati altrove, mentre le attrezzature restano inutilizzate per mancanza di personale, tutto ciò è dovuto ai famosi tagli alla Sanità apportati sulla pelle dei bisognosi di cure salvavita, chi ha i mezzi si aiuta spostandosi altrove e chi non può è costretto a soccombere alle decisione della ministra B. Lorenzin che ha ritenuta eccessiva la spesa sanitaria apportando un taglio di due miliarducci, utili per mantenere piene le casse della politica.
Al momento, secondo fonti attendibili è necessario un mese d’attesa per la visita, e due mesi per la radioterapia, le possibilità di curare un cancro presso il Pascale, maggior istituto tumori del sud Italia, sono diventate pure chimere, quindi, la direzione non è più in grado di garantirla, la direzione dell’ospedale ha rinforzato l’informazione per avvisare e istruire chi si trova in necessità, della diluizione dei tempi e la scarsità di possibilità di essere curati nella specifica struttura oncologica.
A causa della scarsità del personale, la lista di attesa per la prima visita è arrivata a quattro settimane, ma la cosa brutta e che alla data fissata si comunica all’ammalato che il suo appuntamento è stato posticipato di un mese, ma questo chi lo può comunicare al tumore che avanza e dove le poche speranze di guarigione sono affidate alla tempestività delle cure, per questo le strutture pubbliche indietreggiano, e il privato avanza ma a spese dell’ammalato.
Nell’istituto di rilievo nazionale, gli ammalati sono dirottati altrove, mentre le attrezzature restano inutilizzate per mancanza di personale, tutto ciò è dovuto ai famosi tagli alla Sanità apportati sulla pelle dei bisognosi di cure salvavita, chi ha i mezzi si aiuta spostandosi altrove e chi non può è costretto a soccombere alle decisione della ministra B. Lorenzin che ha ritenuta eccessiva la spesa sanitaria apportando un taglio di due miliarducci, utili per mantenere piene le casse della politica.
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